Vespa d’epoca: guida ai passaggi burocratici e ai documenti per poter circolare

Vespa d’epoca: guida ai passaggi burocratici e ai documenti per poter circolare

I cultori della Vespa sono oggi sempre più numerosi. Il fascino senza tempo, il design raffinato ed originale hanno determinato il successo di questo scooter, divenuto icona di stile in tutto il mondo.

In questo articolo vedremo tutti gli step fondamentali per rimettere su strada una Vespa d’epoca, i passaggi burocratici e la documentazione necessaria per usufruire dei vantaggi economici e fiscali riservati ai veicoli d’epoca. In tali condizioni, infatti, non viene applicato il bonus-malus e anche le polizze assicurative sono nettamente inferiori a quelle normali.

Possiedo una Vespa d’epoca, posso circolare su strada?

Per rimettere su strada uno scooter storico è sempre consigliabile, procedere prima ad una revisione che prevede un accurato controllo relativo alle emissioni gassose e al rumore del veicolo, che non deve superare i livelli imposti dalla Legge.

La revisione ha lo scopo di valutare anche lo stato dei freni e dell’impianto elettrico, oltre che la funzionalità del manubrio e la visibilità, se è presente un parabrezza conforme. Altri importanti aspetti che vengono analizzati riguardano le ruote, le condizioni del telaio e delle parti identificative del mezzo, come la targa e il numero di telaio.

È indispensabile che la componentistica meccanica sia originale o quanto meno conforme all’originale, ovvero omologata per il modello di Vespa preso in esame; in caso contrario è necessario provvedere alla sostituzione dei pezzi non accettati. A tal proposito, sono numerosi i vespisti e i collezionisti appassionati che si rivolgono ad officine specializzate nella vendita di accessori e ricambi per Vespe d’epoca, anche online, come per esempio zangheratti.it, sito nel quale abbiamo trovato numerosi componenti classificati per modello d’epoca.

La revisione dei veicoli d’epoca e quindi anche delle Vespe, che deve essere effettuata ogni 12 mesi, presso la Motorizzazione Civile oppure presso sedi autorizzate da essa.

Altrettanto importante è il collaudo, un test del veicolo che deve essere effettuato per accertarsi che la Vespa possieda i requisiti necessari per circolare su strada. Il collaudo viene richiesto anche nei casi di re-immatricolazione, ovvero quando si procede a immatricolare di nuovo un mezzo che, nel tempo, ha perduto i requisiti fondamentali per poter essere utilizzato.

In seguito al collaudo, sempre effettuato presso la Motorizzazione Civile, viene emessa una nuova targa, un nuovo libretto di circolazione e una nuova iscrizione al Registro Motociclistico.

I passaggi burocratici necessari

Innanzi tutto la Vespa d’epoca deve essere iscritta al registro dell’ASI (Automotoclub Storico Italiano) oppure a quello della FMI (Federazione Motociclistica Italiana), condizione possibile unicamente per i mezzi con più di 20 anni.

Si possono iscrivere soltanto Vespe in buono stato di conservazione, oppure restaurate secondo precisi criteri stabiliti da apposite commissioni di controllo, le quali si riservano il diritto di non accettare i veicoli che non siano conformi all’originale.

Il titolare della polizza assicurativa del mezzo deve avere compiuto 23 anni, in quanto per individui più giovani non è prevista alcuna autorizzazione.

Una discriminante fondamentale da valutare con attenzione riguarda lo stato della moto che deve essere d’epoca e non d’interesse storico, due caratteristiche spesso confuse, ma che dal punto di vista burocratico sono nettamente distinte. Per avere la certezza di rientrare nella categoria delle moto d’epoca, il proprietario deve recarsi presso gli uffici della Motorizzazione Civile del suo luogo di residenza.

È importante sapere che i mezzi d’interesse storico non possono circolare in quanto radiati dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico), essendo destinati soltanto all’esposizione in Musei oppure a manifestazioni pubbliche.

Bisogna infine ricordare che esistono procedure diverse a seconda che la moto sia munita di regolare targa e libretto di circolazione contenente dati tecnici conformi al veicolo, oppure sia stata dismessa dalla circolazione poiché in possesso di dati tecnici errati.

Documenti e dettagli da non trascurare per rimettere su strada una Vespa d’epoca.

In primo luogo, il proprietario della Vespa d’epoca deva sincerarsi dell’età del suo mezzo. Forse non tutti sanno che l’età del veicolo si calcola a partire dall’anno di costruzione, ma che, se non si è in possesso di dati sicuri, si prende in esame quello d’immatricolazione. Se il veicolo ha meno di 30 anni egli è tenuto a pagare una tassa per l’iscrizione al Pubblico Registro. Se invece la Vespa ha più di 30 anni diventa necessaria l’iscrizione al registro dell’ASI, passaggio che consente di non pagare la tassa di cui sopra.
In questo caso infatti il proprietario viene esentato dall’Agenzia delle Entrate che, per veicoli ultra trentennali, concede una deroga fiscale.

In secondo luogo, il proprietario è tenuto ad allegare, alla documentazione relativa all’immatricolazione oppure alla re-immatricolazione, anche il libretto e il foglio complementare. Infatti, senza questi documenti infatti la Vespa non può circolare. In caso di loro smarrimento, è necessario sporgere una regolare denuncia presso una stazione di Polizia o presso una caserma dei Carabinieri.

Tali richieste sono indispensabili per tutelare il proprietario da eventuali accuse di appropriazione indebita di un mezzo non di sua proprietà, dato che, trattandosi di moto d’epoca, spesso non è possibile ricostruire tutti i passaggi di proprietà della medesima.

Ricordiamo che, anche se ha subito una radiazione dal Pubblico Registro, la Vespa d’epoca può ugualmente circolare su strada a patto che sia iscritta all’ASI oppure alla FMI, previo ottenimento di un attestato di idoneità, che dovrà essere rilasciato dell’officina che si è occupata del restauro del veicolo, rendendolo conforme ai requisiti richiesti.

Condizione imprescindibile per ottenere l’autorizzazione a circolare è che la Vespa d’epoca contenga soltanto pezzi originali o omologati come tali.  Ecco perché è sempre consigliabile affidarsi a officine autorizzate dalla Casa Produttrice, che dispongono di ricambi omologati.

L’ iter burocratico diventa più complesso se la Vespa d’epoca ha una cilindrata superiore ai 50 cc, poiché il PRA è molto più esigente riguardo alle modalità di restauro. Infatti, la cilindrata superiore implica anche una maggiore tutela verso il conducente. Le procedure sono tendenzialmente le stesse richieste per scooter di cilindrata minore, cambiano però le tempistiche, rallentate da una maggior burocrazia.