Nata nel 1862 come fabbrica per la produzione di macchine da cucire, la OPEL, tra due anni, festeggerà i 160 anni di storia, che hanno accompagnato, per un lungo periodo, la crescita industriale ed economica della Germania. La prima vettura a marchio OPEL, però, nacque solo quasi quarant’anni dopo la nascita dell’azienda, nel 1899, quando nelle fabbriche di Russelsheim vide la luce la Patent-Motorwagen.
Nella transizione da fabbrica da macchine da cucire a quella di vetture, la OPEL si impose sul mercato domestico come una delle migliori case produttrici di biciclette. Le due ruote a pedali costituirono un importante asset del colosso tedesco per oltre 50 anni, da quando furono prodotti i primi modelli (1885) sino al 1936, quando il ramo “biciclette” fu ceduto alla NSU: in quest’epoca, OPEL produsse quasi 3 milioni di biciclette.
Dal massimo splendore degli anni ‘30 alla crisi energetica degli anni ‘70: gli alti e bassi dell’azienda di Russelsheim
L’azienda tedesca però, conscia delle grandi potenzialità del settore automobilistico, concentrò il suo core business del mondo delle quattroruote, diventando, in breve tempo, uno dei colossi mondiali. Dopo aver osservato attentamente quanto avveniva oltreoceano, i fratelli OPEL furono i primi, in Europa, ad installare vere e proprie catene di montaggio nella fabbrica di Russelsheim, che consentì una produzione più efficiente con conseguenti benefici anche per i consumatori, grazie ad un listino prezzi decisamente più economico.
Grazie a tutta questa serie di fattori, OPEL divenne,di fatto, la maggior casa produttrice mondiale, al punto che, su di essa, misero gli occhi i potenti colossi statunitensi. Negli anni ‘30, per una cifra all’epoca a dir poco mostruosa (155 milioni di marchi, equivalenti oggi a circa 500 milioni di euro), General Motors acquistò l’80% delle quote di OPEL, per poi perfezionare l’intero acquisto del rimanente 20% a distanza di pochi anni.
Quanto fosse affidabile l’azienda dell’Assia fu dimostrato dall’atteggiamento assunto dai nuovi padroni a stelle e strisce, che lasciarono piena autonomia produttiva e decisionale ai tedeschi, oltre a non esportare in Germania alcun modello prodotto da loro stessi negli States, decisione che consentì ad OPEL di restare leader del settore sul suolo tedesco.
Dopo aver toccato il massimo splendore, OPEL fu travolta, come la quasi totalità delle aziende tedesche, dalla crisi causata dalla Seconda Guerra Mondiale, che portò alla chiusura definitiva di svariati siti industriali complici anche i forti bombardamenti. Il settore automobilistico, però, fu uno dei volani del boom economico degli anni ‘60. Ed anche OPEL, in tal senso, fu uno dei grandi protagonisti.
Il successo di Corsa diede nuova linfa ad OPEL
Gli anni ‘70, a causa della crisi energetica, non furono così forieri di successi e portarono l’azienda tedesca a ridurre, seppur temporaneamente, la propria forza lavoro. La grande ripresa avvenne nei primi anni ‘80, quando OPEL diede alla luce la prima utilitaria della sua storia: la Corsa. Prodotta in Spagna, in quel di Saragozza, fu indiscutibilmente un successo, che diede nuovo spolvero al marchio teutonico.
La OPEL Corsa, d’altro canto, è ancora un modello di punta dell’azienda tedesca, che nel 2017, dopo oltre ottant’anni sotto la proprietà General Motors, è passato al gruppo transalpino PSA Peugeot Citroen: grazie a questa acquisizione, il colosso francese è diventato il secondo produttore europeo di autovetture alle spalle del Gruppo Volkswagen.
Il listino della casa tedesca, a tutt’oggi, è ancora molto ampio. Quando si sceglie una macchina OPEL, gli aspetti da valutare sono molteplici: qui su Venditapezziauto.it si può trovare il listino completo attuale della casa automobilistica tedesca, che annovera, oltre alla già citata Corsa, alcuni notissimi modelli come Astra, Combo, Crossland X, Nuova Insignia, Grandland X e Zafira.